Best practice di sostenibilità con il progetto EcoSost Farm

È ormai assodato come la sostenibilità ambientale non possa essere disgiunta dagli aspetti economici e sociali. E ciò vale per un’azienda come per un territorio. Da qui la rilevanza di un progetto come EcoSost Farm che focalizza l’attenzione sulla riduzione dell’impronta carbonica, sulla limitazione del consumo di acqua e sull’aumento del benessere animale nella produzione di latte bovino. Con un plus: la salvaguardia della remuneratività dell’azienda zootecnica, senza la quale nessun aspetto della sostenibilità può stare in piedi. E lo fa nel Parco del fiume Adda, dunque in un territorio di particolare pregio (e, dunque, delicatezza) ambientale, elaborando delle best practice di cui possono giovarsi molte aziende zootecniche.

Un progetto complesso

La principale valenza di EcoSost Farm – cui partecipa il Dipartimento di Scienze animali, della nutrizione e degli alimenti (Diana) dell’Università Cattolica – esita in un articolato piano di divulgazione e informazione svolto presso l’azienda agricola Valsecchi Carlo situata all’interno del Parco Adda Sud, la realtà che sta attuando un monitoraggio di diversi parametri che alimentano il calcolo di indici legati all’alimentazione delle bovine e alla valutazione dei foraggi prodotti in azienda, con il fine di valutare il benessere degli animali, la sostenibilità ambientale e l’efficienza economica dell’azienda.

E, una volta elaborate, le informazioni verranno diffuse in una molteplicità di attività di comunicazione, che comprende giornata tecniche, visite guidate, sito Web, newsletter e materiale informativo vario e multicanale.

Operativamente

Dal punto di vista pratico, la valutazione del benessere animale presso l’azienda Valsecchi è stata effettuata applicando il metodo IBA (Indice di Benessere dell’Allevamento). Alla base c’è un sistema di punteggi relativi a diversi parametri che, oltre ovviamente a misurazioni dirette sugli animali, considerano aspetti strutturali e manageriali riscontrati in azienda. Punteggi parziali che una rielaborazione sintetizza in un valore unico e complessivo aziendale. Un meccanismo che, nel suo complesso, permette di identificare i punti critici, strutturali o gestionali, di un allevamento, consentendo una più agevole individuazione degli interventi mirati che l’allevatore può attuare per avere miglioramenti rapidi e concreti, sia sul fronte del benessere animale che della redditività aziendale.

Gli indici monitorati

Molto sinteticamente, i parametri utilizzati nel Progetto si dividono in indici di efficienza alimentare, con particolare focus sugli indici di conversione dell’energia netta della razione in latte, che rappresentano buoni indicatori dell’efficienza tecnico-nutrizionale della mandria. Dal punto di vista, invece, economico-gestionale, sono stati usati l’Iofc mandria (Income over feed cost), ovvero l’indice dei ricavi al netto dei costi alimentari e l’Iefc (Income equals feed costs) che misura la produzione di latte necessaria a coprire i costi alimentari e viene espresso in kg di latte/capo/giorno. “In pratica – ci spiegano da Diana – questi indici segnalano sinteticamente la capacità di un’azienda zootecnica di essere resiliente e competitiva in specifiche condizioni di mercato”.

Il valore generale del progetto

Ovviamente, le prove effettuate servono a testate il meccanismo e a individuare best practices da trasferire a un livello generale. Innanzitutto, attraverso tutta una serie di azioni di comunicazione e trasferimento delle informazioni, alle altre aziende zootecniche inserite nel territorio

del Parco Regionale dell'Adda Sud; ma poi, più in generale, al complesso di allevamenti zootecnici da latte dell’area padana. Non solo. Come ci informano i ricercatori coinvolti in EcoSost Farm “i dati emersi saranno inoltre confrontati con approccio benchmark, con altre realtà lattiero casearie italiane (Parmigiano Reggiano, Trentin Grana, Provolone)”.

I risultati confrontabili

Nel piano colturale, la sostituzione di loietto da insilare con miscugli autunno-vernini ha consentito di ottenere importanti vantaggi dal punto di vista sia agronomico sia zootecnico. In particolare, i miscugli testati nell’azienda Valsecchi (costituiti da loietto, veccia sativa e in un caso anche trifoglio incarnato) hanno consentito di avere ottime rese produttive, con una buona produzione di fibra digeribile, senza la necessità di elevate concimazioni e con ridotto uso di prodotti fitosanitari. La presenza delle graminacee evitava l’allettamento del miscuglio, mentre le leguminose consentivano di avere un elevato tenore proteico (19.4% miscugli vs 13.5% loietto) arricchendo contemporaneamente il contenuto azotato del terreno.  

L’analisi dell’efficienza economica e nutrizionale è stata un aspetto fondamentale all’interno del progetto Ecosost Farm. In particolare, i mesi estivi sono sempre stati caratterizzati da cali attesi di efficienza alimentare (Fe), dovuti all’andamento stagionale ed alle condizioni di stress da caldo degli animali, comunque contenute data la presenza in azienda di sistemi di raffrescamento.  

Per quanto riguarda l’IOFC, si è assistito a un aumento considerevole nel periodo estivo 2022 in quanto, nonostante gli elevati costi delle materie prime alimentari, si è avuto un aumento del prezzo del latte che, assieme alle buone pratiche manageriali dell’azienda agricola Valsecchi, hanno consentito di ottenere valori elevati di IOFC. Infine, e per quanto concerne l’IEFC, sono stati osservati valori particolarmente elevati a gennaio-marzo 2022, dovuti all’incremento del prezzo delle materie prime alimentari in seguito allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.