Il convengo dell’American Dairy Science Association (Adsa) è uno dei momenti più importanti per fare il punto sulla ricerca in campo zootecnico a livello internazionale. All’evento di quest’anno – tenutosi a giugno a West Palm Beach, in Florida (Usa) – erano presenti il professor Erminio Trevisi, il dottor Luca Cattaneo e il dottor Matteo Mezzetti del Dipartimento di Scienze degli Animali, degli Alimenti e della Nutrizione (Diana) dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza che hanno presentato uno studio realizzato in ambito Crei sull’impatto dell’infiammazione postpartum sulla produzione di latte e sul comportamento alimentare delle vacche.
Lo studio
La ricerca è stata condotta nei mesi scorsi al Cerzoo, l’azienda agro-zootecnica sperimentale dell’Università Cattolica, e ha esplorato l'associazione tra l'infiammazione postpartum e vari aspetti cruciali della salute e della produttività delle vacche da latte di razza Frisona durante il periodo di transizione. L'obiettivo principale dello studio – firmato L. Cattaneo, M. M. Passamonti, L. Benedetti, A. Minuti ed E. Trevisi – era valutare come l'infiammazione postpartum influenzi il comportamento alimentare, la produzione di latte e vari biomarcatori ematici nelle vacche di razza Frisona. Il periodo di transizione, che include le settimane prima e dopo il parto, è noto per essere un momento critico per le vacche, influenzando profondamente la loro salute e produttività futura.
Da un punto di vista metodologico sono stati utilizzati dati provenienti da 128 bovine coinvolte in precedenti studi. Le concentrazioni plasmatiche di aptoglobina a 3 giorni dal parto sono state utili per classificare retrospettivamente le vacche in quartili. I campioni di sangue sono stati raccolti in diversi momenti (-21, -7, 3, 14 e 28 giorni rispetto al parto) per monitorare i cambiamenti nei biomarcatori ematici.
Il comportamento alimentare, la ruminazione e la produzione di latte sono stati monitorati quotidianamente e condensati in medie settimanali. I risultati hanno mostrato che l'infiammazione postpartum ha un impatto significativo su diversi aspetti della salute e produttività delle vacche.
I risultati
In particolare, le vacche con livelli più alti di infiammazione postpartum hanno mostrato una riduzione della produzione di latte nelle prime otto settimane di lattazione. Mentre dal punto di vista del comportamento alimentare, il consumo di materia secca è risultato inferiore nelle vacche con alti livelli di aptoglobina postpartum. Inoltre, il tempo dedicato all'alimentazione prima del parto era più breve in queste vacche.
Le concentrazioni di calcio plasmatico erano maggiori nelle vacche con bassi livelli di infiammazione. Ancora, la presenza di albumina era superiore nelle vacche con bassi e medi livelli di infiammazione rispetto a quelle con livelli elevati. Altri marcatori, come la mieloperossidasi e la bilirubina, aumentavano con elevati stati infiammatori, mentre la paraoxonase mostrava una tendenza opposta.
Lo studio ha evidenziato come le condizioni infiammatorie postpartum siano associate a variazioni nella produzione di latte e nel comportamento alimentare, oltre che a squilibri minerali, stress ossidativo e funzioni epatiche alterate durante il periodo di transizione. Questi risultati sottolineano l'importanza di gestire l'infiammazione nelle vacche da latte per migliorare la loro salute e produttività.