La Fondazione Invernizzi ha organizzato un incontro di grande rilevanza intitolato “La sostenibilità della produzione di cibo: mission impossible?”, con il coinvolgimento di esperti del settore, rappresentanti istituzionali e giovani dottorandi. La conferenza, moderata dal professor Paolo Ajmone Marsan dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha affrontato la crescente sfida di garantire cibo per la popolazione mondiale in modo sostenibile.
La sicurezza alimentare richiede una visione internazionale…
Nel suo saluto introduttivo, il professor Giuseppe Bertoni – presidente di Fondazione Invernizzi – ha posto una domanda fondamentale alla quale il convegno ha cercato di rispondere: “Il rischio per l’umanità sta nel progresso tecnico-scientifico? Oppure negli enormi problemi dettati dall’aumento della popolazione e dall’accrescersi dei bisogni?”. Questa riflessione ha innescato l’inizio dell’evento sulle sfide legate alla sostenibilità alimentare.
Una prima riflessione è giunta da Maurizio Martina – Direttore Generale Aggiunto della FAO – che ha messo l’accento sull’importanza dell’interdisciplinarità e della condivisione dei dati tra i vari attori del sistema agroalimentare per prevenire, monitorare e contrastare la zoonosi e i cambiamenti climatici. Martina ha sottolineato che la sicurezza alimentare è una questione geopolitica, che richiede meccanismi internazionali per essere affrontata in modo efficace.
… e un approccio multidisciplinare
Maria Antonietta Palumbo e Simone Morabito – dottorandi della Scuola Agrisystem dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Piacenza e di Cremona – hanno raccontato la loro esperienza di team building in Val Rendena, legata al tema “Feeding the Next Generations: An Interdisciplinary Challenge for Sustainable Solutions” svolta anche grazie al finanziamento di Fondazione Invernizzi, sottolineando l’importanza della collaborazione interdisciplinare tra diverse aree scientifiche e del lavoro in team, per affrontare le sfide legate all’agricoltura e alla sostenibilità alimentare.
Hanno anche enfatizzato le prospettive future, auspicando che nei prossimi eventi di team building vengano approfonditi ulteriori aree e aspetti cruciali per la sostenibilità.
Importanti i successivi interventi. A cominciare da Andrea Rosati – Segretario generale EAAP – che ha esplorato le soluzioni concrete per rispondere alla questione centrale del convegno: “È possibile una produzione di cibo sostenibile?”. Ha quindi identificato due priorità fondamentali: ridurre gli sprechi alimentari e investire nello sviluppo tecnologico. Rosati ha anche sottolineato che, per avere un impatto significativo, il progresso tecnologico deve essere accompagnato dal coinvolgimento del pubblico, da una solida istruzione e dal supporto politico, in modo da bilanciare la tutela ambientale con la redditività economica. Mentre Monsignor Fernando Chica Arellano – Osservatore Permanente della Santa Sede presso FAO-IFAD-WFP – ha richiamato l’attenzione sull’importanza di coinvolgere i giovani nel cambiamento. Ha ripreso il concetto di “ecologia integrale” di Papa Francesco, ricordando che l’obiettivo di “Fame Zero” dipende dalla volontà politica di assicurare una distribuzione equa del cibo a livello globale.
Un impegno condiviso per il futuro
A conclusione dell’incontro, il professor Paolo Ajmone Marsan ha ribadito che la risoluzione dei problemi ambientali richiede una collaborazione globale: il cambiamento climatico, come le pandemie, non hanno confini. E ha spiegato come l’agricoltura debba non solo mitigare i cambiamenti climatici, ma adattarsi a essi, per garantire un futuro di efficienza e sostenibilità, grazie all’interdisciplinarietà.
La conferenza ha messo in luce la complessità della sostenibilità alimentare e l’urgenza di affrontarla in modo globale e interdisciplinare. I vari interventi hanno sottolineato che la missione per un sistema alimentare sostenibile è ambiziosa, ma non impossibile. Sottolineando che innovazione e politiche agricole adeguate saranno i pilastri fondamentali per garantire che la produzione alimentare del futuro rispetti l’ambiente e soddisfi i bisogni di una popolazione mondiale in crescita.