Nuovo mais brachitico ad alta digeribilità: uno studio dell’Università Cattolica mostra vantaggi per le vacche da latte

Una recente ricerca ha messo in luce il potenziale di un innovativo ibrido di mais brachitico (Proceon SMART CORN System, ultima novità genetica di casa Bayer) per l’alimentazione delle bovine da latte. Lo studio – condotto da ricercatori del Dipartimento di Scienze animali, della nutrizione e degli alimenti (DiANA) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con i colleghi del DiPROVES e con l’Università del Wisconsin-Madison – confronta le performance produttive e il comportamento alimentare delle vacche alimentate con silomais derivato da un ibrido tradizionale “alto” (TSC) e da un nuovo ibrido a “bassa statura” (SSC), caratterizzato da una mutazione brachitica che ne modifica la struttura vegetale.

L’obiettivo del lavoro – recentemente pubblicato sul Journal of Dairy Science, con Alessandro Catellani come primo autore e il professor Antonio Gallo come principal investigator – era verificare se questo nuovo ibrido, caratterizzati da un più alto contenuto in amido e con fibra più digeribile, potesse costituire una valida alternativa per incrementare l’efficienza alimentare e la produzione di latte nelle bovine in lattazione. Per farlo, i ricercatori hanno condotto una prova sperimentale su 24 vacche di razza Frisona, alimentate per 70 giorni con razioni identiche in composizione ma contenenti, rispettivamente, silomais TSC o SSC. Tutti gli altri ingredienti e livelli nutritivi di base (proteina, fibra, zuccheri e amido) erano volutamente equilibrati e simili tra i due gruppi, così da isolare l’effetto del tipo di silomais.

Dai caratteri agronomici ai benefici nel rumine
I risultati hanno confermato le premesse agronomiche legate alla struttura del mais brachitico. Oltre a offrire una maggior stabilità della pianta, dunque resistenza all’allettamento, e un harvest index più favorevole, una volta insilato, l’SSC è risultato più ricco in amido (30,3% contro 28,4% dell’insilato di mais tradizionale) e con una maggiore digeribilità della fibra NDF, soprattutto quando valutato a 30 ore di incubazione ruminale (66,7% contro 60,6%). Queste differenze hanno determinato un più alto valore energetico del silomais SSC, suggerendo una maggiore efficienza di utilizzazione da parte delle bovine.
Sul fronte del comportamento alimentare, l’analisi ha evidenziato dinamiche interessanti: pur assumendo quotidianamente una quantità leggermente inferiore di sostanza secca (25,0 kg/giorno contro 26,8 kg del gruppo TSC), le vacche alimentate con SSC hanno compiuto più pasti al giorno e di dimensioni inferiori. Una maggiore frequenza dei pasti è spesso associata a una migliore stabilità ruminale e a un più regolare assorbimento dei nutrienti.

Aumenta la produzione di latte
L’aspetto più rilevante, tuttavia, emerge dai dati produttivi: le bovine alimentate con il nuovo ibrido brachitico hanno prodotto quasi 2 kg di latte in più al giorno rispetto al gruppo TSC (44,7 vs 42,9 kg/die). Un risultato particolarmente significativo se si considera il minor consumo di alimento, suggerendo un’efficienza alimentare migliorata grazie al maggior contenuto energetico del silomais SSC e alla maggiore disponibilità di nutrienti digeribili. Sotto il profilo qualitativo, non sono state osservate differenze sostanziali nella composizione del latte (grasso, proteine, lattosio), né nelle proprietà di coagulazione, dato di rilievo per la trasformazione casearia. Anche i parametri legati alla salute della mammella, come la conta delle cellule somatiche, sono risultati simili fra i due gruppi.

Più efficienza alimentare
Le conclusioni dello studio indicano che l’ibrido a bassa statura costituisce una promettente innovazione agronomica e nutrizionale. Migliorando la digeribilità della fibra e aumentando l’apporto energetico per unità di sostanza secca ingerita, il silomais SSC consente alle bovine di soddisfare meglio i fabbisogni produttivi, con potenziali vantaggi sia economici sia ambientali. Una maggiore efficienza alimentare, infatti, può tradursi in una riduzione dei costi di razione e in un minore impatto ambientale per unità di latte prodotto.
Gli autori sottolineano che sono necessari ulteriori studi per approfondire gli effetti del nuovo ibrido su metabolismo, bilancio energetico e parametri di benessere animale, ma le evidenze emerse rappresentano un passo significativo verso sistemi zootecnici più sostenibili e performanti.

Qui per leggere e scaricare il paper scientifico Effect of silage from a new brachytic corn hybrid with a high harvest index on feeding behavior and performance of lactating dairy cows - Journal of Dairy Science