Uno studio interessante sui benefici dell'integrazione di alghe nell'alimentazione delle vacche da latte all'inizio della lattazione è stato recentemente presentato da Lorenzo Benedetti alla 77° edizione del convegno della SISVET (Società Italiana delle Scienze Veterinarie) che si è tenuta a Parma dal 12 al 14 giugno; un evento che ogni anno rappresenta un punto d’incontro tra l’accademia e le varie componenti della Veterinaria.
La ricerca ha esaminato gli effetti di Ascophyllum nodosum e Arthrospira platensis (spirulina) su performance e sul profilo immuno-metabolico delle vacche ed è stata condotta presso il CERZOO – l’azienda agro-zootecnica sperimentale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza – a cura di Lorenzo Benedetti, Luca Cattaneo, Fiorenzo Piccioli-Cappelli ed Erminio Trevisi, tutti ricercatori del Dipartimento di Scienze animali, della nutrizione e degli alimenti (DIANA).
La ricerca
L'obiettivo principale dello studio era valutare come l'integrazione di alghe in razione potesse influenzare l'ingestione di alimenti, la produzione di latte e il profilo immunometabolico delle vacche durante le prime fasi della lattazione. Per questo scopo, 30 vacche Holstein multipare sono state divise in tre gruppi: un gruppo di controllo (CTR) che ha ricevuto una dieta standard, un gruppo che ha ricevuto 200 g/giorno di spirulina (SPI), e un gruppo che ha ricevuto 100 g/giorno di Ascophyllum nodosum (ASC).
Durante i primi 28 giorni di lattazione (DIM), sono stati monitorati quotidianamente l'ingestione di alimenti, il tempo di ruminazione e la produzione di latte. Campioni di sangue sono stati prelevati per valutare il profilo metabolico a vari intervalli di tempo: -7 (valore basale), 3, 14, 21 e 28 DIM. Inoltre, le emissioni di metano sono state monitorate utilizzando il sistema GreenFeed su un sottogruppo di vacche.
I risultati
Lo studio ha mostrato che l'integrazione con alghe non ha influenzato significativamente l’ingestione di sostanza secca, il tempo di ruminazione, la produzione di latte e la sua composizione. Tuttavia, la conta delle cellule somatiche (SCC) ha mostrato una tendenza a essere più bassa nei gruppi ASC e SPI rispetto al gruppo di controllo (P=0.08). La resa di proteine del latte è risultata ridotta a 7 DIM nel gruppo ASC (P=0.03).
Per quanto riguarda il profilo metabolico, sono state osservate solo differenze minori tra i gruppi. Ad esempio, la concentrazione di acidi grassi non esterificati (NEFA) era inferiore a 14 DIM nel gruppo ASC (P=0.02), mentre l'aminotransferasi aspartato (AST) era ridotta a 7 DIM nel gruppo SPI (P=0.01). Non sono state rilevate differenze significative nella produzione di metano, probabilmente a causa delle dimensioni ridotte del campione e dell'alta variabilità tipica del primo mese di lattazione.
Nonostante le limitate differenze riscontrate, i risultati suggeriscono un impatto positivo, seppur modesto, dell'integrazione con alghe nella fase iniziale della lattazione. Tuttavia, i ricercatori sottolineano la necessità di ulteriori studi con dosi e tempi di somministrazione diversi per comprendere meglio i meccanismi d'azione di questi prodotti e i possibili effetti sulle emissioni gassose.
Lo studio rappresenta un importante passo avanti nella ricerca sull'uso di prodotti naturali per migliorare la salute e la produttività delle vacche da latte, con potenziali benefici anche per l'ambiente.