La Rendena è molto resistente. È noto da tempo ma ora lo conferma una ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Piacenza che, dati alla mano, ha messo in luce come questa razza bovina abbia sviluppato, nel corso dei secoli, una straordinaria capacità di resistenza. Più in dettaglio, lo studio condotto dalla dottoressa Elisa Somenzi e dal professor Paolo Ajmone Marsan, ha identificato delle "firme genetiche" che documentano come la Rendena abbia ereditato e sviluppato specifici tratti di adattamento, tra cui una maggiore resistenza a malattie infettive, come quelle che decimarono le mandrie nell'epoca passata. Questi segnali genetici sono il risultato di secoli di selezione naturale e artificiale, operata dagli allevatori che, con pazienza e dedizione, hanno cercato di preservare una razza che fosse non solo funzionale, ma anche in grado di resistere agli imprevisti di un ambiente ostile.
Una razza bovina che proviene dalla Svizzera
L'origine della razza bovina Rendena risale intorno al 1700, a seguito di una massiccia importazione di bovini non appartenenti al ceppo Bruno, provenienti dalla Svizzera e destinati alle valli delle Giudicarie. Dopo una devastante epidemia di peste bovina proveniente dall'Europa orientale, che decimò le mandrie locali, furono introdotti nuovi bovini per ripopolare il bestiame. Gli allevatori della Rendena selezionarono questi bovini per la loro affinità con il bestiame autoctono trentino. Secondo lo studioso Kaltenegger, la razza Rendena deriva dall'incrocio tra bovini a corna corte (Bos brachiceros) e il tipo primitivo (Bos primigenius), con successivi influssi da popolazioni bovine lombarde e trentine. Durante la seconda metà del XVIII secolo, la razza subì incroci con altre popolazioni locali, come la Grigia della Val di Sole e la Pezzata di Rabbi, compromettendo temporaneamente la produttività e il commercio della Rendena. Nel corso del XIX secolo, la razza si diffuse in altre regioni del Trentino e del Veneto, diventando una risorsa importante per l'economia agricola locale. Tuttavia, nel XX secolo, la Rendena dovette affrontare diverse difficoltà a causa di programmi di incrocio con la Bruna Alpina e politiche di sostituzione della razza, rischiando l'estinzione. Grazie alla resistenza degli allevatori, nel 1976 la razza ottenne il riconoscimento ufficiale del Libro Genealogico Nazionale, e nel 1981 venne fondata l'Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Rendena (A.N.A.RE.), con l'obiettivo di preservare e migliorare la razza.
Perfetta per l’alpeggio
La Rendena è una razza bovina adatta all’alpeggio, la prova è che ancora oggi la quasi totalità delle vacche allevate in trentino e in Veneto, trascorrono quattro mesi estivi nelle malghe della Val Rendena e dell’Altopiano di Asiago rispettivamente. È una razza di taglia contenuta e corporatura robusta, caratteristiche ottime per l’ambiente montano perché facilitano il movimento nei terreni declini e limitano le esigenze alimentari per il mantenimento degli animali. Le caratteristiche morfologiche della razza Rendena, descritte nel Libro Genealogico, includono un mantello castano uniforme con sfumature variabili tra maschi e femmine, pelle fine ed elastica, testa distinta, corpo ben strutturato con torace ampio e dorso solido, arti leggeri ma robusti, e un'andatura regolare. La razza si distingue per la sua muscolosità equilibrata e la conformazione armoniosa, rendendola adatta sia alla produzione di latte che di carne.
Ancora oggi, la transumanza della Rendena è un evento significativo. Ogni anno, le mandrie vengono portate in alpeggio nei pascoli d'alta quota con suggestive celebrazioni che coinvolgono tutta la comunità. Le vacche, ornate con campanacci e fiori, vengono accompagnate lungo antichi sentieri, una tradizione che si tramanda da secoli.