System Thinking: un modello concettuale per lo studio del comportamento alimentare nei bovini

Nel contesto internazionale di ModNut 2025 – punto di riferimento per chi si occupa di modellistica applicata alla nutrizione e alla fisiologia animale – Maddalena Canossa dottoranda AGRISYSTEM, la Scuola di Dottorato dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha presentato uno studio condotto in collaborazione con un gruppo di ricerca in nutrizione animale dell’Università di Sassari. Il lavoro, intitolato “Applying the system thinking approach to examine complex issue of modelling feeding behaviour in ruminant”, ha proposto una prospettiva innovativa nello studio del comportamento alimentare delle bovine da latte.

Approccio System thinking 
Il tema trattato è di grande attualità. Comprendere come le bovine organizzano i propri pasti quotidiani non significa solo misurare la quantità di alimento ingerito o il numero di visite alla mangiatoia. Significa considerare l’insieme di fattori fisiologici, nutrizionali, ambientali e gestionali che, interagendo tra loro, determinano variazioni difficili da prevedere. Già in passato la letteratura aveva evidenziato come il comportamento alimentare fosse un fenomeno complesso e influenzato da molteplici dimensioni, ma tradurre questa complessità in modelli efficaci rimane una sfida aperta.
Per affrontarla, il lavoro del gruppo di ricerca coordinato dal professor Antonio Gallo ha fatto ricorso al System Thinking, un approccio metodologico che permette di rappresentare i sistemi complessi mettendo in evidenza le relazioni di causa-effetto e meccanismi di regolazione. Attraverso una revisione approfondita della letteratura scientifica e il confronto con esperti, è stato costruito un modello concettuale basato su diagrammi causali, utile a descrivere come diversi elementi – dalla fisiologia ruminale alla gestione dell’allevamento – siano collegati tra loro.

Rappresentazione concettuale
Il risultato non è un modello quantitativo, ma una rappresentazione concettuale che rende visibile la struttura del sistema. Questo passaggio ha un duplice valore: da un lato fornisce un quadro di riferimento per interpretare i dati sul comportamento alimentare, dall’altro costituisce una base per sviluppi futuri orientati alla costruzione di modelli dinamici più dettagliati. In questo senso, il lavoro si pone come un primo passo fondamentale per affrontare la complessità del fenomeno senza ridurlo a semplificazioni eccessive.
Le implicazioni pratiche sono molteplici. Una migliore comprensione delle dinamiche dell’ingestione può supportare strategie di nutrizione di precisione, riducendo sprechi e migliorando l’efficienza. Può offrire strumenti di monitoraggio precoce del benessere animale, dato che variazioni nei pattern alimentari spesso anticipano problemi metabolici o sanitari. Infine, ha un impatto sulla sostenibilità ambientale, perché una gestione più efficiente dell’alimentazione contribuisce a ridurre le perdite di nutrienti e le emissioni collegate agli allevamenti.

Il valore formativo
Oltre al valore applicativo, l’esperienza ha anche una dimensione formativa. L’approccio system thinking è un utile strumento pedagogico: costruire un modello concettuale significa attraversare fasi ben definite – dalla formulazione del problema all’identificazione delle variabili – che aiutano a sviluppare una visione sistemica e a evitare errori dovuti alla trascuratezza di elementi rilevanti. È un approccio che stimola a “vedere il quadro d’insieme”, utile non solo per la ricerca, ma anche per chi si avvicina per la prima volta alla modellistica.
Il contributo del gruppo di ricerca ha dunque mostrato come il system thinking possa diventare un alleato utile anche per la ricerca in campo zootecnico, offrendo nuove chiavi di lettura per interpretare il comportamento alimentare e aprendo la strada a futuri sviluppi applicativi.
La presentazione si è conclusa con una frase che sintetizza bene l’essenza di questo lavoro: “Non posso modellizzare tutto, ma almeno posso mappare la complessità”. Questo implica il riconoscere i limiti inevitabili della modellizzazione senza rinunciare a dare ordine e significato ai fenomeni. È proprio in questa capacità di trasformare la complessità in conoscenza condivisa che risiede la forza del system thinking e il suo valore per la ricerca.