Tra le ricerche presentate al convegno Aspa, molte sono targate CREI

E Marta Sfulcini ha vinto il premio “Giovane ricercatore”

“Effect of yeast supplementation with Saccharomyces cerevisiae fermentation products (SCFP) on performance and metabolic profile in suckling Holstein cows”. È con questa ricerca, finanziata da CREI, che Marta Sfulcini ha vinto la III edizione della competizione per la Migliore presentazione di un Giovane ricercatore all’Aspa, l’Associazione per la Scienza e le Produzioni Animali che nelle scorse settimane ha tenuto il suo 25° Congresso, intitolato “Animal production science: innovations and sustainability for future generations”.
Sfulcini – che è risultata la più giovane tra i ricercatori premiati – è una dottoranda del DIANA (Dipartimento di Scienze animali, della nutrizione e degli alimenti) dell’Università Cattolica di Piacenza, e il suo studio – che può esser e tradotto in “Effetto della supplementazione di lieviti con prodotti della fermentazione di Saccharomyces cerevisiae sulla perfomance e sul profilo metabolico di vitelli di razza Holstein” – ha valutato l'effetto dell’integrazione di sostituti del latte e mangime starter per vitelli con prodotti di fermentazione di Saccharomyces cerevisiae (SCFP) durante il pre-svezzamento e per i primi dieci giorni dopo lo svezzamento in vitelli di razza Holstein. Le prove sperimentali presentate da Sfulcini sono state svolte in CERZOO, l’azienda agro-zootecnica sperimentale dell’Università Cattolica. I risultati ottenuti supportano l'effetto benefico di questa integrazione, con una riduzione dello stress da svezzamento grazie al miglioramento dello sviluppo del rumine e dell'efficienza di assorbimento dei nutrienti.

Le ricerche CREI all’Aspa
Ma al congresso Aspa, la delegazione del DIANA era folta. Nel corso del convegno, i ricercatori hanno presentato alla comunità scientifica e alle aziende sponsor presenti i risultati degli studi condotti negli ultimi due anni. In totale, DIANA ha contribuito con 11 presentazioni orali e 5 poster scientifici. Molti degli studi presentati sono stati finanziati da CREI. Vediamoli in sintesi.

A cominciare dalla presentazione del professor Erminio Trevisi – direttore del DIANA e presidente di CERZOO – che ha trattato di “Effects on feed efficiency and resilience in the transition period of Holstein dairy cows fed with different sources of rumen- protected choline”. La colina è un nutriente essenziale coinvolto nel trasporto dei trigliceridi dal fegato, pertanto la somministrazione di colina rumino-protetta (RPC) alle vacche potrebbe essere utile per prevenire disfunzioni epatiche. Lo studio ha dimostrato che nel complesso, la somministrazione di RPC alle vacche da latte nel periparto aiuta a far fronte alle sfide infiammatorie e metaboliche e aumenta la resilienza degli animali.

Luca Cattaneo ha esposto la ricerca intitolata “Impact of decreased nutrient density at dry-off on inflammatory conditions in dairy cows”, uno studio che ha indagato gli effetti della riduzione della densità di nutrienti al momento dell’asciutta, ottenuta mediante una razione a base di solo fieno. Nelle prove, effettuate al Cerzoo, è emerso un peggioramento delle condizioni degli animali a inizio lattazione proprio in seguito alla restrizione alimentare, suggerendo dunque cautela nel ricorrere a soluzioni drastiche per ridurre la produzione di latte al momento dell’asciutta.
“Effect of omitting dry period in Saanen and Alpine goats on metabolic profile and performance in the subsequent lactation” è stata invece la presentazione di Fiorenzo Piccioli Capelli. I risultati suggeriscono che l'omissione del periodo di asciutta è una strategia potenzialmente utile per evitare i problemi legati alla pratica dell’asciutta nelle capre ad alto rendimento senza influenzare negativamente il metabolismo e la composizione del latte.

Orientata alla sostenibilità dell’allevamento bovino è la ricerca presentata da Federico Froldi: “Effects of 3-nitrooxypropanol (3-NOP, Bovaer®10) on methane emission and productive performance of mid-lactating dairy cows fed a typical diet for Grana Padano cheese-making”. Ovvero, come ridurre – attraverso un approccio nutrizionale – la produzione di metano a livello enterico delle vacche, studiate nel particolare caso di latte destinato alla produzione di Grana Padano Dop. Il 3-NOP (Bovaer®10, DSM, Svizzera) è un inibitore della metanogenesi enterica, e aggiunto alla dieta delle vacche da latte ha mostrato, nel corso di prove sperimentali realizzate al Cerzoo, una riduzione significativa (-47%) delle emissioni enteriche di metano senza influire sulla quantità di latte prodotta e sulla sua composizione; con anzi un miglioramento dell'efficienza produttiva del latte, suggerendo che potrebbe rappresentare un'opzione interessante per ridurre le emissioni enteriche per un allevamento più sostenibile.

Infine, Camillo Mastroeni è stato chiamato a presentare lo studio “Oxygen barrier plastic films: an opportunity to improve silage quality and reduce the use of plastic”. La ricerca ha indagato soluzioni che migliorano la sostenibilità dei teli di copertura degli insilati. I risultati indicano che il film barriera combinato è uno strumento innovativo che consente di ottenere un prodotto sicuro e ben fermentato rispetto al film tradizionale in polietilene. Inoltre, questa sperimentazione conferma che l'utilizzo di questo nuovo film barriera combinato consente di ridurre il tempo di copertura del 60%, migliorando le condizioni di comfort e sicurezza degli allevatori.